Chi sono
Sabine Alexandra Lindner è nata in Austria da padre tedesco e madre austriaca.
I genitori entrambi artisti vissuti nell’epoca di Brera
degli anni ‘60 hanno trasmesso a Sabine l’amore per l’arte che non ha più abbandonato.
Dalle esperienze “in casa” prima, al liceo Artistico di Varese poi, l’hanno portata a frequentare l’ISIA di Urbino.
.Le numerose esperienze in vari campi hanno fatto si che si occupasse oltre alla ceramica anche di moda, gioielli e oggetti di design.
Gli architetti usano le sue creazioni per rendere unici ambienti e spazi di vario genere.
Ha esposto le sue opere in Germania e Italia e le sue creazioni sono incluse in numerose collezioni.
Vive e lavora nella sua casa-studio nelle Marche. E’ sposata e ha due figli.
(...)
Vorrei dire due parole per introdurre Sabine a cui mi lega un’amicizia breve ma intensa. Ci siamo incontrati al concorso internazionale della ceramica di Gualdo Tadino di cui sono membro della giuria da alcuni anni e uno degli animatori e ho accettato questo invito e mi sento un po’ un intruso dopo questi due oratori che mi hanno preceduto e che ringrazio di nuovo. Conoscevo così alcune cose però non avevo mai visto una serie così particolare, tanti bei piatti, tante belle opere messe ad una parete.
I piatti di Sabine si offrono in una maniera speculare, ho sentito due signore a dire “quanto sono belli” e forse questo è il più completo giudizio estetico che si possa dare perché un opera d’arte se è tale deve veramente piacere e quindi questo senso di fruizione anche egoistica, questa esclamazione “è bello” è il premio migliore che ci possa essere per chi come Sabine lavora. Questo non toglie però che magari la mia mania di storico dell’arte mi porti anche a sottolineare certi valori. Io prima per esempio ho detto osservando questi quadri mi vengono in mente così memorie storiche, io ho fatto alcuni nomi che non voglio dire qua perché non è una lezione, soltanto una conversazione, però osservando questi quadri, al di là della gioia dei colori, dell’amore per la vita, questo senso cosmico di amore, di gioia, dell’alternarsi delle stagioni che si vede proprio, questo flusso continuo di luce e di colori, c’è anche una sostanza culturale che tradisce in parte anche questa completezza di tipo internazionale che è di Sabine. Sabine è italiana, tedesca e siciliana, è un po’ di tutto insomma e questo suo carattere internazionale che sembra abbia trovato quiete nella pace delle colline di questa città. Vive su arroccata in un castello recuperato, dove non si sa se è un castello-casa o una casa-castello dove ha partorito questi frutti meravigliosi. Ripeto, sono doppiamente fruibili perchè celano in noi un sentimento, un godimento estetico immediato, una bellezza così spontanea che si sposa perfettamente con il carattere mediterraneo della nostra cultura. Dall’altra parte però si prestano anche ad un tipo di lettura filologica profonda, stratificazioni culturali straordinarie e si vedono: abbiamo parlato di Picasso, Mirò, di Klimt e che si legano, mi sembra, perfettamente a quelle straordinarie immagini che il professore ci ha fatto vedere prima e che lei ci ha fatto vedere dopo. Avete tracciato un ponte, avete quasi organizzato una regia straordinaria per concludere poi con questa scenografia di colori che si sposa con il sentimento filologico dei nostri ospiti che hanno riportato alla realtà la storia di questo casale.
Le opere d’arte, io dico spesso, per quanto io vivo cercando di spiegare, di farle capire, che si godono senza parlare, cioè l’arte è una cosa che va fruita, senza parlare troppo e credo che le mie parole possano anche soffocare quello che il vostro sentimento di immediatezza visiva, per cui senza volervi più disturbare permettetevi di lasciarvi alla visione di questi piatti.
Gustavo Cuccini
Prof. d’arte contemporranea all’Università per Stranieri di Perugia
Conferenza a cui fa riferimento il Prof. Cuccini:
- Prof. R. Rossi, direttore del Museo Diocesano di Urbania
- Sig. S. Biagini, presidente dell’Associazione “Amici della ceramica”, Urbania